CASO CHIEVO - "Serie A per ora salva...per un vizio"

26.07.2018 13:33

La Gazzetta dello Sport torna sul caso Chievo e parla della decisioni del Tribunale Federale Nazionale e degli sviluppi:

Tutto o niente. Alla fine, niente. Si sapeva, ma fa ugualmente scalpore. Il deferimento era fondato, gli illeciti sono stati provati, Chievo e Cesena avevano effettivamente messo in piedi un sistema di «plusvalenze fittizie» atto ad alterare i bilanci per ottenere l’iscrizione al campionato. Lo dicono i giudici della sezione Disciplinare del Tribunale federale nazionale, senza alcun tentennamento. Insomma, l’impianto accusatorio ha retto alla grande, peccato che solo il Cesena sia stato sanzionato, con 15 punti di penalizzazione nella stagione 2018-19. Sanzione, peraltro, che non sconterà mai (come spieghiamo in basso). Il Chievo, invece, non solo salva la Serie A, ma riesce anche a congelare la penalizzazione – che a questo punto non potrà che subire nel prossimo campionato – grazie ad un vizio procedurale: non poteva ignorare la richiesta di audizione avanzata da Luca Campedelli.

CHE SCHIAFFO Per la Procura federale, che ha comunque il merito di aver indagato finalmente come si deve sull’abuso delle plusvalenze, è una battuta d’arresto con pochi precedenti. Sì – le concede il Tribunale –, l’istanza di audizione è stata effettivamente formulata quando i termini erano scaduti e la conclusione dell’indagine notificata. «Ma la Procura – spiega il collegio presieduto da Roberto Proietti – aveva comunque l’obbligo di prendere in esame l’istanza pervenuta, ancorché oltre il termine assegnato, perché acquisita al procedimento ed entrata nella sua sfera cognitiva prima dell’adozione dell’atto conclusivo del deferimento». E sì che la Procura si era già scottata, oltretutto pochi mesi fa, su un caso molto più piccolo, che la difesa del Chievo ha scovato e abilmente posto all’attenzione del Tribunale: il giovane di serie Emanuele Alborghetti, accusato di non aver rispettato il contratto con l’Albinoleffe per tesserarsi con altra società, ad aprile ottenne di non essere processato proprio perché la Procura non lo aveva audito.

E ORA? Gli atti relativi agli illeciti contestati al Chievo tornano sul tavolo del Procuratore, che a questo punto può fare solo una cosa per evitare che finisca tutto in prescrizione (90 giorni dai primi deferimenti, datati 25 giugno): non perdere altro tempo. E infatti già oggi l’ufficio di Pecoraro invierà un nuovo avviso di conclusione indagini agli amministratori del Chievo, che avranno un numero limitato di giorni per inviare le proprie memorie o chiedere di essere ascoltati. Scaduti i termini, la Procura notificherà i nuovi deferimenti e aspetterà dal Tribunale federale la convocazione di un nuovo processo. Per quanto si possa fare in fretta, però, sarà difficile avere una sentenza prima di ferragosto, senza contare che successivamente si dovrà celebrare anche un processo d’appello, a quel punto a Serie A abbondantemente iniziata. Difficile, quindi, che un’eventuale sanzione al Chievo possa intervenire sulla classifica del campionato 2017-18. E del resto nemmeno a quella decisa ieri per il Cesena il Tribunale ha dato valore retroattivo. Come già capitato per Foggia e Parma, i giudici di primo grado intendono per stagione in corso quella iniziata il 1° luglio, sebbene con i campionati ancora da avviare. Ecco perché l’altro sconfitto di giornata è il Crotone: furioso, il club di Vrenna ha immediatamente presentato un esposto a Coni, Figc e Procura federale, ma con quali esiti? Può soltanto sperare che i giudici della Corte d’appello, quando dovranno pronunciarsi sul -5 al Parma, accolgano il ricorso del Palermo e ribaltino il principio del Tfn, riportando indietro nel tempo l’afflittività della pena, facendo così giurisprudenza per tutti i casi seguenti. Ma è un’ipotesi quasi fantascientifica.

 

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