SERIE C - REGGINA, L’OBBLIGO DI SOGNARE

29.03.2019 14:57

di Valerio Romito – Sette punti in cinque giorni: sembrerebbe quasi uno scimmiottamento del titolo di un vecchio film, nella sostanza è quanto realmente accaduto nella settimana probabilmente più decisiva del nuovo corso amaranto, e che consente ai ragazzi di mister Drago di ritrovarsi a piè pari in piena bagarre per la conquista non solo di un posto utile per la disputa dei play off, ma anche di poterlo eventualmente fare in situazioni di classifica più favorevoli.

Eravamo stati, per fortuna, facili profeti nel prevedere che un maggiore lasso di tempo a disposizione, causa turno di riposo, per preparare la gara, nonché migliorare la condizione e l’intesa, in combinato disposto con le grandi motivazioni che fisiologicamente riesce a suscitare, per blasone e tradizione, la sfida contro il Catania, potevano consentire alla squadra di riprendere quella via che sembrava, seppur transitoriamente, essere andata smarrita nelle ultime settimane. Certo poi che nessuno avrebbe potuto prevedere l’andamento trionfale della gara, tantomeno la “rotondità” del risultato, e che lo stesso sarebbe stato frutto di una gara senza storia e senza discussioni, in una cornice di pubblico (che sta diventando una piacevole abitudine) finalmente appagata da una prestazione con alto tasso di spettacolarità.

Come se non bastasse poi, la serata di ieri ha riservato una sorpresa, sulla cui portata sfidiamo anche i più inguaribili ottimisti nel poter dimostrare di avervi nutrito concrete speranze, che ha visto il dimezzamento della penalizzazione in essere disposto dalla Corte d’Appello Federale: al di là delle motivazioni legali che verranno certamente fornite in seguito, ci piace attribuire a questa sentenza una sorta di patente di “giustizia” nei confronti di una situazione che andava a mortificare eccessivamente il lavoro di una compagine che, tra mille difficoltà prima di “riassetto” successivamente, aveva ampiamente dimostrato sul campo di meritare piazzamenti più consoni, e senza dimenticare, inoltre, come buona parte delle inadempienze economiche fossero da attribuire al governo del calcio stesso, la cui gestione deficitaria su composizione dei campionati, ripescaggi, fideiussioni e compagnia cantante, aveva di fatto privato la società della dovuta contribuzione (vedi minutaggio under) su cui legittimamente la società aveva basta la programmazione in ordine ai pagamenti ed al rispetto delle scadenze.

È chiaro che poi diciamo una cosa estremamente scontata affermando che l’opera è tutt’altro che portata a termine, a che mai come in questo caso non può essere una sola rondine a fare primavera: la splendida vittoria di domenica ed il successivo rilancio in graduatoria devono costituire semplicemente un trampolino di lancio che consenta agli amaranto di intraprendere, almeno fino al termine della stagione regolare, un percorso pressoché netto e tale da consentire il raggiungimento del miglior piazzamento finale possibile; allo stesso modo, rischiamo di scadere nella banalità affermando come la prossima gara in quel di Rieti rappresenta un crocevia ancora più importante rispetto a quello del turno precedente, e che si tratta di una gara paradossalmente con molte più insidie, in termini sia tecnici che motivazionali, rispetto a quella con gli etnei: in realtà è il calcio stesso che ci insegna che, spesso, le cose apparentemente banali sono quelle che avvengono più frequentemente, e che dunque nulla va mai preso sotto gamba.

Per contro, qualche settimana fa avremmo pagato di tasca nostra per approcciarci a questa partita con questo carico di entusiasmo, che avrà l’effetto immediato di portare sugli spalti del Manlio Scopigno di Rieti, stante le notizie che giungono sui dati della prevendita, un numero di sostenitori amaranto come non se ne contava da tempi immemore, nonostante si tratti della trasferta più distante dalla città in termini chilometrici. Dunque sognare diventa obbligatorio, ed il non provarci sarebbe delittuoso.

 

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