REGGINA, LA LUNGA VIA PER DIVENTARE SQUADRA

24.10.2018 22:17

di Valerio Romito – Contro tutto e tutti: stante il perdurare di una situazione logistica che, ormai, sta assumendo i contorni di una farsa grottesca, la Reggina, dopo aver conquistato con merito 4 punti in poco più di 48 ore che, speravamo, avrebbero dato quella giusta dote di serenità allo spogliatoio e, magari, a tutto l’ambiente amaranto, è ricaduta in casa (si fa per dire) facendo riemergere alcuni limiti caratteriali che sembravano avviati ad essere superati.

È pur vero che, come recita un vecchio detto, “chi non ha affrontato le avversità non conosce la propria forza”, per cui bisognerebbe quasi, paradossalmente, ringraziare le varie calamità, il cui elenco cresce e varia di giorno in giorno, dal prolungarsi dell’indisponibilità del Granillo all’approssimarsi delle scadenze stipendiali che, a quanto pare, porteranno una piccola penalizzazione in classifica, ed uniti all’attesa, certamente logorante, di scoprire se e quali conseguenze avrebbe potuto portare l’ormai nota faccenda fideiussoria, per fortuna poi risolta come da noi auspicato (e pronosticato), e di cui l’effetto più immediato appariva poter essere un’accelerazione del percorso attraverso cui i giocatori puntano a diventare squadra, soprattutto psicologicamente. Invece abbiamo assistito ad un nuovo passo indietro, comunque fisiologico per una squadra che, è bene non dimenticare, ha un’età media tra le più basse della categoria.

I sette punti conquistati in sei gare, di cui sostanzialmente una sola disputata tra le mura amiche, rappresentano comunque un bottino che neanche l’osservatore più ottimista poteva, in queste condizioni, sperare di ottenere: se a ciò aggiungiamo le difficoltà atletiche di qualche elemento, alla luce dei tanti impegni ravvicinati, spostamenti compresi, che gli amaranto hanno dovuto affrontare in così poco tempo, tanto dovrebbe bastare a non scoraggiare un ambiente che, purtroppo, sappiamo propenso al disfattismo, ed invece può e deve indurci a guardare ai prossimi impegni con la giusta dose di fiducia e, magari, favorire le condizioni affinché che la squadra stessa possa “respirare” un’aria intrisa di sostegno e di credito, senza i quali una stagione dall’inizio così tribolato rischia di precipitare irrimediabilmente.

E di fiducia nei propri mezzi ce ne sarà evidentemente bisogno in vista dei prossimi probanti impegni che, in un tour de force che sembra non avere fine, ci riservano altre partite da disputare, ancora una volta, in sedi ed orari certamente improbabili, nonché contro avversari di altissima fascia, almeno per quello che ci dice la classifica in questo momento. La speranza è che il buon Cevoli continui con successo nell’opera di “blindatura” dei suoi ragazzi da tutto ciò che non concerne il rettangolo di gioco, in modo da poter proseguire l’evoluzione del progetto tecnico, certamente favorito da quell’intercambiabilità di uomini che proprio il tecnico auspicava in fase di costruzione dell’organico, e che appare quanto mai indispensabile in questa fase di impegni così ravvicinati e dispendiosi, sotto ogni punto di vista.

Se poi, nel frattempo, le circostanze dovessero diventare finalmente più favorevoli, a cominciare dalla vicenda stadio, e chi di dovere riuscisse a compiere il “miracolo” di restituire il Granillo alla sua gente magari prima della fine del mese, per riportare un’aurea di normalità ad un inizio di stagione che nulla ha avuto di normale, non è che la cosa dispiacerebbe ai più, anzi…è lecito sperare, visto che non costa nulla?

 

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