SERIE C - Reggina, gli ostacoli e i tabù

09.05.2019 09:46

Di Valerio Romito – Conosci il tuo “nemico”: l’ultima giornata della stagione regolare, tra tanti risultati scontati e qualcuno sorprendente, con un rende “miracolato” ed inaspettatamente dentro i play off, ed una Viterbese che sceglie di autoescludersi dalla top ten, rischiare un all inn puntando tutto sulla finale di coppa Italia per poi rientrarvi dalla finestra, serve soprattutto a cristallizzare le posizioni finali nella griglia spareggi, e di conseguenza, per quel che ci riguarda più da vicino, a definire l’avversario che gli uomini di Cevoli andranno ad ospitare domenica per il primo turno, vale a dire il Monopoli.

La Reggina torna dunque a disputare, per la terza volta nella sua storia, una fase play off dopo otto stagioni, esattamente da quel Novara Reggina, in serie cadetta, che tutti ricordano non senza una certa amarezza, con una formula che, considerato anche l’altro precedente del 1994 con la Juve Stabia, finora non ha certamente arriso alle fortune nostrane. Diverso il discorso se lo si allarga anche agli spareggi riconducibili a solo due contendenti, terreno ben noto alle vicende amaranto degli ultimi decenni, vissuti in alternanza tra grandi trionfi e delusioni cocenti.

Tornando alle cronache odierne, appare superfluo evidenziare come il percorso che caratterizzerà la fase post season della terza serie, per la quantità di squadre partecipanti e per come è stata congegnata, appare lunghissimo ed intriso di ostacoli, in particolar modo per chi come noi dovrà affrontarlo sin dall’inizio e da una posizione di classifica che farà sentire il suo “peso” nei turni a venire poiché, salvo il verificarsi di una serie di risultati utili a sovvertire i pronostici, ci vedrà, se riusciremo ad andare avanti, probabilmente costretti a giocarci le nostre carte sempre in trasferta e “costretti” alla vittoria. È bene perciò per ora concentrarsi unicamente sull’esordio, che però potrà essere, fortunatamente, affrontato come squadra ospitante, e dunque con due risultati utili su tre.

I “gabbiani” guidati dall’ex Beppe Scienza, seppur non possano essere definiti propriamente un avversario storico della Reggina, non essendovi negli annali un numero così rilevante di scontri diretti disputati, possono però essere, a ragione, considerati piuttosto indigesti agli amaranto in virtù dell’assoluta assenza di successi nelle ultime tre stagioni, e se è pur vero che l’ultima (ed unica) affermazione reggina risale addirittura al 1987, anno della promozione in B con la banda Scala, va altresì precisato che la gara è stata assente dai calendari per ben 24 anni consecutivi, in cui le due compagini, come è noto, hanno calcato palcoscenici nettamente differenti. In senso assoluto, i biancoverdi pugliesi, il cui rendimento nel girone di ritorno si è rivelato nettamente in calo rispetto alla brillantissima prima parte di stagione (21 punti racimolati dopo i 32 dell’andata), rappresentano comunque un avversario ostico, che subisce poco e fa giocare male i propri avversari, e con alcune individualità di spicco, come il greco Sounas, il laterale sinistro Donnarumma ed il centravanti Mangni autore di 11 centri.

I cabalisti e gli scaramantici sono certamente autorizzati a tutti gli scongiuri del caso, ma anche chi crede fermamente nei precedenti e delle tradizioni nel mondo del calcio, sa benissimo che i tabù stessi esistono anche per essere infranti, e che le condizioni perché ciò avvenga possiamo e dobbiamo costruircele in casa nostra, a partire dalla ritrovata compattezza di una squadra che nell’ultimo mese non ha sbagliato un colpo, fino a quell’entusiasmo straripante e sempre crescente della piazza che può davvero risultare decisivo per gli esiti finali.

Allacciamo le cinture, e che la giostra cominci…

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