CASO CHIEVO - Gazzetta dello Sport: "Il Sistema Chievo: 15 operazioni con valori gonfiati"

19.07.2018 11:20

La Gazzetta dello Sport, nelle pagine nazionali, si occupa dello spinoso caso-Chievo, relativo alle plusvalenze e all'udienza svoltasi ieri al TFN.

Ecco quanto scrive il quotidiano sportivo:

Noi gli avevamo assegnato l’epiteto di «aggiusta-bilancio». La Procura federale, nella relazione di 62 pagine che ha portato ai deferimenti e alle successive richieste di penalizzazioni e inibizioni di Chievo e Cesena (-15) e dei loro rappresentanti (3 anni per Campedelli), è stata ugualmente censoria: «fittizie», cioè «prive di realtà, finte, immaginarie», spiega la Treccani. La battaglia che ieri si è consumata dinanzi al Tribunale federale nazionale – e l’interrogativo cui ora i giudici di primo grado sono chiamati a rispondere – è tutta qui. E innanzitutto qui, prima che sulla valutazione dei bilanci delle due società e sul numero delle operazioni contestate, così alto e oltretutto spalmato su tre stagioni da spingere la Procura a parlare di «sistema Chievo». Il dubbio che devono preliminarmente sciogliere i giudici è se le plusvalenze contestate dalla Procura siano davvero «fittizie».

ACCUSA A leggere la relazione del sostituto Rossano che accompagna la chiusura delle indagini – nate dalle rivelazioni giornalistiche di calciomercato.com e Striscia la Notizia –, si hanno più certezze che dubbi. Quindici operazioni contestate, dodici passaggi incrociati tra Chievo e Cesena, il sistema perfetto – sostiene l’accusa – perché le due società riducessero le perdite e aumentassero il patrimonio netto. Trenta giocatori coinvolti, dei quali 24 giovani di serie con i quali non è stato sottoscritto alcun contratto economico, nemmeno ai minimi federali. Ora, per citare l’esempio più eclatante, sarà pure eccessivamente bassa la valutazione di 50mila euro che gli inquirenti assegnano al cartellino del terzino Carlo Alberto Tosi, 17 anni, prodotto del vivaio del Chievo. Ma possibile – si chiedono Pecoraro e i suoi – che pur senza aver giocato nemmeno un minuto in Primavera, valesse i 4,5 milioni di euro – il 9.000% in più – per cui è stato ceduto al Cesena? Ed è solo un caso che lo scambio venga completato con il passaggio inverso, alla stessa cifra, del ben più titolato Rodriguez? Nelle tre stagioni sportive prese in esame, dal 2015 al 2017, la Procura mette in fila circa 67 milioni di presunte sopravvalutazioni, fondamentali – la tesi finale – ad alterare i bilanci e a ottenere le iscrizioni ai campionati. Una volta si sarebbe definito doping amministrativo.

DIFESA Sul punto, però, la difesa del Chievo è molto articolata. Al netto della richiesta di improcedibilità su cui dovranno preliminarmente pronunciarsi i giudici, il club gialloblu ha depositato agli atti una corposa perizia del professor Provasoli, già rettore dell’Università Bocconi, in cui si addebitano ai consulenti citati dalla Procura nella sua relazione circa 24 milioni di euro di valutazioni errate, tra improprie riduzioni del patrimonio netto e mancato storno degli effetti fiscali delle plusvalenze e dei loro ammortamenti. «Errori marchiani», li ha definiti l’avvocato del club Marco De Luca, che avrebbero indotto la Procura a sovrastimare le rettifiche al patrimonio netto del Chievo al 31 dicembre 2017 di circa trenta milioni di euro. Una cifra che fa dormire sonni tranquilli a Luca Campedelli. Il presidente parlerà solo alla fine di questa storia, ma è convinto che di giocare anche la prossima stagione in A.

 

 

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