CASO CHIEVO - Gazzetta dello Sport: "Per i veneti si fa dura: oltre 66 milioni di euro di sopravvalutazioni". Il club parla: "Fiducia nella giustizia sportiva"

30.06.2018 14:28

"Plusvalenze fittizie, per il Chievo si fa dura", scrive oggi Gazzetta dello Sport nelle pagine nazionali a proposito del caso riguardante il club veneto e in particolare la questione plusvalenze.



"Col Cesena «giovani di serie» ceduti fino al 9000% del valore effettivo: entro 20 giorni il processo sportivo, rischio retrocessione", sottolinea il quotidiano sportivo.



Alessandro Catapano analizza nei dettagli la questione: "Non sono solo i volumi movimentati a destare impressione, sebbene si faccia tanta fatica a contare 66.830.000 euro di sopravvalutazioni accumulate in tre stagioni sportive, dal 2014 al 2017. Nella relazione conclusiva dell’indagine della Procura federale sulle plusvalenze fittizie di Chievo e Cesena, appena deferite e a processo entro venti giorni per rispondere di illeciti amministrativi, fanno scalpore innanzitutto numero, età, status dei giocatori coinvolti. Poco più che ragazzi, spesso ancora «giovani di serie», perfetti sconosciuti che nella migliore delle ipotesi si sono avviati ad un’onesta carriera in C, e in tutti gli altri casi hanno vissuto di rimborsi spese nei Dilettanti. Peccato che al momento di passare dal Cesena al Chievo, o viceversa, pur senza mai aver messo piede in prima squadra e spesso manco nella Primavera, siano stati valutati fino a 4,5 milioni di euro, garantendo sopravvalutazioni rispetto al valore reale del loro cartellino anche del 9000%.



SISTEMA PERFETTO Sì, avete letto bene. È il caso del terzino Carlo Alberto Tosi, classe 2000, cresciuto nel vivaio del Chievo, giovane di serie il cui valore di mercato si aggira intorno ai 50mila euro. Viene ceduto il 28 giugno 2017 al Cesena per 4,5 milioni, senza mai aver giocato nemmeno in Primavera. Per il club romagnolo, è l’acquisto più oneroso di quella campagna acquisti. Nonostante ciò, due mesi dopo viene dato in prestito gratuito al Carpi, che lo aggrega alla squadra Primavera, nel relativo campionato Primavera 2, con cui ha giocato, fino a febbraio di quest’anno, appena 7 partite, di cui solo 4 da titolare. Non è l’unico caso eclatante. L’indagine coordinata dal sostituto procuratore Serenella Rossano inchioda dodici passaggi incrociati tra Chievo e Cesena, uno tra Chievo e Novara, due tra Cesena e Brescia, per un totale di 30 giocatori coinvolti, 24 dei quali giovani di serie, con i quali non è stato stipulato alcun contratto economico, nemmeno ai minimi federali. Trenta giovani calciatori che, in tutti i casi, non sono mai stati impiegati dalla società acquirente, dopo poco (a volte giorni) trasferiti gratuitamente ad altro club, spesso in Serie D e in certi casi nella regione di propria residenza. Il sistema perfetto per truccare i bilanci, in barba ai controlli della Covisoc: per un Tosi che dal Chievo va al Cesena, c’è un Rodriguez che fa il passaggio inverso, alla stessa cifra. Con questo sistema, sottolineano gli inquirenti, entrambe le società al tempo stesso riducono le perdite e aumentano il patrimonio netto, rientrando nei parametri per ottenere le licenze. Doping amministrativo, come definirlo altrimenti?



RISCHI GROSSI La Procura federale, che sta monitorando tutte le plusvalenze di questo calciomercato, chiederà sanzioni molto pesanti, perfino la retrocessione delle società e una lunga squalifica per i due presidenti, Luca Campedelli e Giorgio Lugaresi, che rischiano anche penalmente. Il Cesena è ad un soffio dal fallimento e l’eventuale mazzata arriverà a funerale già celebrato. Il Chievo è pronto a disputare un’altra stagione in A, con il Crotone, però, che gli sta già col fiato sul collo".



 



IL COMUNICATO DEL CHIEVO - In merito all'articolo apparso sul quotidiano sportivo, il Chievo Verona ha risposto tramite un comunicato stampa:  "In riferimento alle notizie pubblicate oggi da La Gazzetta dello Sport e riprese da alcune testate giornalistiche online, la Società A.C.ChievoVerona ribadisce con fermezza di sentirsi estranea alle contestazioni ricevute dalla Procura Federale della FIGC, avendo sempre agito nel pieno rispetto delle norme federali.



La Società ripone la sua massima fiducia nelle decisioni della magistratura sportiva e si riserva di agire in tutte le sedi competenti contro qualsiasi iniziativa che possa ledere l'immagine del club".


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